Linee Guida UNEP Roma per il PCT 2024
LINEE GUIDA UNEP ROMA PER IL PCT: UN LABIRINTO BUROCRATICO [QUASI] SVELATO
24 Giugno 2024 - Dopo sei mesi di gestazione, il 17 ultimo scorso l'UNEP di Roma ha partorito le tanto attese linee guida per il deposito degli atti tramite PCT. Un documento che, lungi dal risolvere tutte le criticità, aggiunge qualche strato di complessità a un processo già di per sé non proprio intuitivo.
Roma si aggiunge così al mosaico di uffici giudiziari che hanno pubblicato le proprie regole, ciascuno con le sue peculiarità. Una frammentazione che evidenzia una criticità ben nota del sistema: l'assenza di un valido coordinamento centrale. Sarebbe indispensabile una regia unica per evitare la solita "Italia dei comuni", dove ogni ufficio detta le proprie prassi e regole. Ma, come spesso accade nel Belpaese, ci troviamo di fronte a un'ennesima occasione mancata di semplificazione e uniformità.
In questo contesto di regole nazionali non proprio omogenee, le linee guida romane evidenziano un pratico aspetto positivo: le somme da versare sono finalmente note. Il lato negativo? Vanno pagate in anticipo, in netta contraddizione con i flussi ministeriali che prevedono il pagamento successivo. Un invito al Ministero della Giustizia: un po' di coordinazione tra la mano destra e quella sinistra non guasterebbe!
Tra le criticità irrisolte, spicca una domanda apparentemente banale ma cruciale: la relata viene creata dall'avvocato? Le linee guida omettono di chiarire questo punto fondamentale. Inoltre, nel caso di notifiche, viene specificato che solo l'atto principale sarà restituito via PEC. Colleghi, attenzione: preparate l'atto con cura, l'UNEP non collazionerà nulla per voi.
I bizantinismi non mancano. Prendiamo ad esempio le istruzioni per l'inserimento dell'indirizzo del destinatario: "Inserire, in maiuscolo, il nome della via o piazza con il numero civico inserendo il nominativo e poi tra parentesi il tipo (es. via, vicolo, piazza, piazzale, largo, ecc.)." Un capolavoro di chiarezza, non c'è che dire.
E che dire delle specifiche sulla firma digitale? Il documento ci delizia con distinzioni degne di un trattato di crittografia: PAdES per pignoramenti e sequestri, CAdES per il resto. Ma attenzione: niente firma digitale per preavvisi ex art. 608 c.p.c. e intimazioni ex art. 609 c.p.c. Se per caso il vostro software li firma automaticamente, l'UNEP provvederà all'estrazione del PDF. Perché semplificare quando si può complicare?
Insomma, se prima le notificazioni affidate agli UNEP tramite PCT sembravano un'impresa titanica, ora, grazie a queste "illuminanti" linee guida, possiamo dire che sono passate da impossibili a... semplicemente molto difficili. Con l'aiuto di una buona dose di pazienza, forse riusciremo a navigare in questo mare di complessità: il viaggio nel labirinto del PCT prosegue più avventuroso che mai nel regno della burocrazia più raffinata.
Andrea Pontecorvo
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EDIT, a seguito di alcuni commenti di valorosi e attenti Colleghi: Roma Capitale è stata tra le prime ad avere la PEC nei pubblici elenchi. E poi: perché l'UNEP non considera IPA? Mistero.